VINYASA YOGA
Scienza iniziatica e arte trasfigurante del linguaggio misterioso del nostro essere, la comprensione esoterica della sequenza di posture corporee (vinyasa) diventa una sorprendente applicazione nella pratica yoga delle scoperte del geniale linguista Noam Chomsky – parte (1)
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[Conferenza di Andrei Gamulea, professore di Yoga e Ayurveda della Scuola Esoterica di Yoga Integrale MISA, nell’ambito del VII Congresso Internazionale di Yoga e Terapie Alternative, tenutosi a Bucarest a Luglio 2022]
Il misterioso fraseggio del corpo
Lo yoga è la scienza tradizionale destinata al benessere e al progresso universale dell’umanità. Le posture corporee (asana) del sistema yoga sono ispirate da una profonda conoscenza della Vita e della Natura (prakṛti), che fu accessibile ai saggi dell’antichità.
Il sistema tradizionale yoga comprende un vasto insieme di concetti e pratiche associate.
Anche se l’origine del sistema yoga si trova nella tradizione indiana, la conoscenza dello yoga ha superato i confini geografici e culturali dell’India, fondendosi con diverse dottrine filosofiche e dando vita ad un vero e proprio sviluppo prolifico di conoscenze spirituali autentiche ovunque nel mondo. Attualmente, il sistema tradizionale yoga si trova in un periodo di ricchi scambi con le scienze autentiche in diversi rami.
La pratica yoga agisce in modo integrante sugli aspetti corporei, energetici e spirituali dell’essere umano. La pratica delle posture corporee (asana), conosciuta tradizionalmente con il nome di Hatha Yoga, assicura il benessere degli organi fisici, conferisce equilibrio interiore e contribuisce allo sviluppo spirituale dell’essere.
Quando le asana vengono associate in una successione, questa forma una sequenza, conosciuta tradizionalmente nel sistema yoga con il termine di vinyasa. Una simile successione scelta di posture corporee è chiamata vinyasa-asana.
Il termine sanscrito vinyasa significa “arrangiamento”, “configurazione”, “ordine”, “disposizione” o “composizione”. Le sequenze di posture corporee (vinyasa-asana) sono specifiche della pratica Hatha Yoga sistematica e si svolgono in un ordine prescelto, in una certa successione precisa e in una certa associazione significativa.
Nel sistema Hatha Yoga ogni postura corporea (asana) ha le sue caratteristiche e specificità riguardo alla posizione del corpo, alla respirazione e alla focalizzazione dell’attenzione (drishti). In seguito alla pratica sistematica dello yoga, abbiamo potuto constatare il fatto che quando vengono scelte e poi realizzata in base alle specificità che hanno, queste sequenze di asana illustrano una forma vivente di geometria sacra.
Una simile scoperta risultata da una pratica sistematica è a suo modo rivelatrice per affermare i valori profondamente trasformanti della pratica yoga sull’essere umano, dove ogni sequenza (vinyasa) costituisce un “fraseggio” dei flussi di energia sottile vitale, psicomentale e spirituale che vengono così veicolati da quella successione, secondo criteri precisamente stabiliti e conosciuti nella millenaria scienza dello yoga.
Ogni configurazione sequenziale (vinyasa) può rappresentare un linguaggio integrale, pieno di senso, e con molteplici effetti benefici per l’essere.
Una prescelta sequenza posturale (vinyasa) coinvolge l’intero essere del praticante in un misterioso atto di linguaggio del corpo e della coscienza, formato da misteriose “parole” che, soprattutto quando vengono “pronunciate” a livello sovramentale, possono costituire una specie di ideazione sovramentale che è al contempo riflessiva e affermativa.
Vinyasa si rivela così un modo di manifestare una certa realtà, che può essere trascendente o trans-materiale, tramite una successione di manifestazioni con un complesso contenuto energetico, informazionale e spirituale, agendo sia sulle componenti microscopiche che macroscopiche del corpo. Una simile “pronuncia” corporea si presenta analogicamente come delle affermazioni ricolme di senso, organizzate in parole, espressioni, proposizioni e frasi che si rivolgono alle strutture cognitive superiori esistenti nella coscienza, offrendo un senso specifico.
Le asana si affiancano e si associano proprio come parole e frasi piene di senso, per chi conosce il linguaggio iniziatico e misterioso della pratica tradizionale del Hatha Yoga, impregnando il praticante e l’ambiente sottile energetico in cui si svolgono queste “frasi” posturali.
La linguistica posturale
In seguito allo studio correlato della linguistica e dei modelli matematici dei linguaggi abbiamo constatato il fatto che nel contesto moderno attuale, la conoscenza e la comprensione delle sequenze posturali (vinyasa-asana) si può correlare ai principi e alle regole che riguardano i linguaggi naturali, realizzando un’importante interdisciplinarità tra lo yoga e diversi rami della scienza autentica.
Con la nascita e lo sviluppo della grammatica generativa e trasformativa, le ricerche svolte sui linguaggi naturali dal linguista americano Naom Chomsky hanno portato ad una rivoluzione cognitiva nel pensiero scientifico moderno, aprendo nuovi orizzonti sulla comprensione delle lingue naturali e delle forme di comunicazione, verso una confluenza tra conoscenza tradizionale e scienza.
La scienza tradizionale yoga può partecipare appieno a questo approccio, riunendo la visione tradizionale profondamente ancorata nella spiritualità autentica con la prospettiva moderna sulle verità dell’esistenza umana in generale, offrendo una dimensione superiore al linguaggio corporeo e alla sua misteriosa semantica.
La geometrica energetica del Hatha Yoga
Per la maggioranza degli uomini, la pratica yoga è rappresentata soprattutto dalla pratica delle posture, Hatha Yoga, che permette all’essere umano di veicolare livelli elevati di energia interiore. Di solito, il processo inizia con il corpo, continua con la respirazione e poi con gli aspetti più sottili, “invisibili” della coscienza del praticante.
In Occidente, la pratica yoga viene utilizzata per il benessere dell’essere e certamente la salute fisica e psicomentale sono conseguenze naturali della pratica yoga, ma lo scopo della pratica yoga è molto più ampio: l’armonizzazione dell’essere umano con l’intero Universo, sulla base della conoscenza di principi universali e di alcune modalità spiritualmente trasformanti.
In questo contesto, la pratica posturale favorisce l’allineamento di quella che possiamo chiamare la geometria energetica del praticante con la geometria energetica macrocosmica, di modo che la coscienza individuale possa raggiungere elevati livelli di percezione e uno stato profondo di equilibrio e armonia su tutti i piani.
Nella tradizione millenaria yoga, Vinyasa è una forma creativa di yoga in cui un certo numero di asana (da un minimo di tre fino anche a 10 o 20 posture), scelte nell’ampio insieme di posizioni conosciute nel Hatha Yoga, costituisce una sequenza fluida, in grado di coinvolgere specifiche energie sottili, in una varietà di configurazioni possibili, secondo la coerenza del “messaggio” che si vuole veicolare, in base allo stile, ritmo, intensità, nota predominante, tema centrale o costruzione “semantica” di quella sequenza.
Varietà di semantiche corporee
Nel caso della pratica yoga integrale, si può creare e realizzare una certa sequenza posturale in funzione dello scopo o del messaggio perseguito in quella sessione di pratica. Si possono creare sequenze attorno ad alcune asana rappresentative, come ad esempio la postura sulla testa (shirshasana), che tradizionalmente ha il ruolo di incoronare e concludere la sessione di asana.
Altrettanto, le sequenze di tipo vinyasa si possono concentrare su un certo aspetto, come la dinamizzazione di un centro sottile di forza (chakra) o l’energizzazione di un certo aspetto di conoscenza esoterica dello yoga, oppure sull’approfondimento degli effetti di lunga durata delle asana. In simili approcci, la presa di coscienza rappresenta un aspetto essenziale di modellamento cosciente dell’essere.
In egual misura, una sequenza posturale (vinyasa) può essere realizzata in modo prevalentemente dinamico e attivo, dove gli effetti benefici si proveranno soprattutto a livello fisico. Si potrà porre l’accento sul miglioramento della mobilità e flessibilità di diverse parti del corpo (colonna vertebrale, articolazioni, ecc.). In modo complementare, una sequenza può essere caratterizzata da uno svolgimento più lento, che può prevedere intervalli più lunghi di tempo dedicati ad ogni singola asana.
Un approccio basato sull’intensità della pratica può portare ad un’intensa dinamizzazione dell’energia interiore, aspetto conosciuto come specifico del Virya Yoga, la cui pratica sistematica può conferire una notevole crescita della forza fisica e del vigore generale dei praticanti, nonché della virilità nello specifico per gli uomini.
Si possono includere tecniche yogiche di contrazione (bandha), come nel caso della ritrazione addominale (uddiyana bandha), per favorire l’accelerazione dei flussi di energia sottile in modo da ottenere specifici benefici, sia a livello fisico, che psichico, mentale e spirituale. Vi sono sequenze che utilizzano il coordinamento volontario della respirazione associato ai movimenti corporei.
Associare le diverse asana in una sequenza coerente e unitaria favorisce la concentrazione dell’attenzione, centrando la coscienza nel momento presente. Nella costruzione del “linguaggio” corporeo, si includono posture di presa di coscienza, così come posture intermedie, cosiddette di “transizione”, che sono altrettanto importanti per costituire una sequenza posturale capace di risvegliare nell’aspirante una serie di trasformazioni, man mano che nella sua coscienza si struttura un certo senso specifico.
Lo svelamento grazie alla presa di coscienza
Un’attenta presa di coscienza è necessario che venga realizzata dopo ogni postura, intercalata tra due asana consecutive. Questo è un aspetto essenziale – spesso dimenticato nelle versioni più “occidentali” del vinyasa – per assicurare il riflesso (rispecchiamento) nella coscienza del praticante della coerenza e del senso sequenziale scelto per la pratica.
Prendere coscienza degli effetti specifici di una postura corporea (asana) può essere paragonato alle pause o intervalli di silenzio/spazio necessari tra le parole, sia nel linguaggio scritto che parlato. E’ l’elemento delimitante che esiste tra quelle che potremmo chiamare le “parole” costituenti l’enigmatico linguaggio delle asana in sequenza.
Ciò che risalta da questa pratica posturale in sequenza (vinyasa) nella sua comprensione profonda è l’aspetto modellante e pieno di senso, traducibile sotto forma di un complesso di stati benefici e di aspetti superiori, che si possono manifestare in diversi modi e svariate sfumature nella sfera della coscienza dei praticanti.
(continua)